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Ettore e Andromaca, Giorgio de Chirico |
e fratello, tu sei il mio sposo fiorente;
ah, dunque, abbi pietà, rimani qui sulla torre,
non fare orfano il figlio, vedova la sposa [...]
E allora Ettore grande, elmo abbagliante, le disse:
" Donna, anch'io , sì, penso a tutto questo; ma ho troppo
rossore dei Teucri (=proverei troppa vergogna di fronte ai Troiani) delle Troiane lungo peplo (=lunga veste femminile)
se resto come un vile lontano dalla guerra.
Né lo vuole il mio cuore, perché ho appreso a essere forte
sempre, a combattere in mezzo ai primi Troiani,
al padre procurando grande gloria e a me stesso.
Io lo so bene questo dentro l'anima e il cuore:
giorno verrà che Ilio sacra perisca,
e Priamo, e la gente di Priamo buona lancia:
ma non tanto dolore io ne avrò per i Teucri,
non per la stessa Ecuba (=moglie di Priamo), non per sire Priamo,
e non per i fratelli, che molti e gagliardi
cadranno nella polvere per mano dei nemici,
quanto per te, che qualche acheo chitone di bronzo,(=tunica di lino)
trascinerà via piangente, libero giorno togliendoti (= rendendoti schiava)[...]
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Pianto d'amore, Giorgio De Chirico |
E dicendo così, tese al figlio le braccia Ettore illustre:
ma indietro il bambino, sul petto della balia bella cintura
piegò con un grido, atterrito all'aspetto del padre,
spaventato dal bronzo e dal cimiero chiomato (=ornamento in cima all'elmo),
che vedeva ondeggiare terribile in cima all'elmo.
Sorrise il caro padre, e la nobile madre,
e subito Ettore illustre si tolse l'elmo di testa,
e lo posò scintillante per terra;
e poi baciò il caro figlio, lo sollevò fra le braccia [...]
Mise in braccio alla sposa
il figlio suo; ed ella lo strinse al seno odoroso,
sorridendo fra il pianto; s'intenerì lo sposo a guardarla,
l'accarezzò con la mano...
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